.. e non solo un paese, ma tutto un mondo prese spunto, recitò, cantò o semplicemente ripeté quelle parole. Avevamo bisogno, tutti, di sentircelo dire. Sono passati ormai due anni. L’uomo che le recitò ora ha i capelli ingrigiti dall’impegno nel cercare di fabbricare qualcosa con la materia di cui sono fatti i sogni, che già plasmarla non è semplice.. credo ancora più oggi dobbiamo ritornare a recitarle quelle parole, quasi fosse una nenia, un mantra, una preghiera democratica, ma soprattutto umana, perché abbiamo bisogno di sentirci dire che “sì, si può fare!”

insomma ora abbiamo un lavoro serio.. anzi uno e mezzo.. sarà il caso di mettere su la faccia da ometto serio!? no.. dai non mi riesce..

quindi?! vabbè.. riassunto delle puntate precedenti:
Soundtrack: Coldplay – Life In Technicolor

Sorry, do u speak English?

atterro all’aeroporto di stansted. tocco il suolo inglese. dio baci il culo santo della regina. che almeno qua le strade sono pulite. se vedi mozziconi a terra probabilmente sono passati degli italiani. e di mozziconi ce ne sono eccome. in effetti la lingua più parlata è il nostro caro verbo italico, nelle sue varie sfumature paesane. già perchè siamo a londra e non london. qui si viene a studiare inglese ma si finisce a stare fra italici compagni di avventura. ah già, la moda di trovarsi un lavoro a londra piuttosto che finire in un call center sul suolo patrio. poi si lamentano se ce ne andiamo in culo allo stivale. cazzo, qua non si sta male. peccato per quegli animali che qua chiamano girls.. esseri simili alle foche che girano seminude per le streets della town: kg di grasso sottocutaneo per difendersi dalle rigide temperature della brithnight, che qua chiude presto quasi tutto e se famo due ore d’autobus pe’ tornà a casa. però figo hidepark tutto bello pieno di italiani ciacaroni. al confronto villa borghese è una casa di riposo per vecchi stranieri in visita al papa.qua ci si sbronza allegri al sole. pure quello ci hanno fregato. aah, gli inglesi!

Londra, 23 maggio 2010

Capitano, ho puntato le vele verso occidente…

La ciurma sonnecchia sottocoperta. Fuori un po’ piove, un po’ c’è quel sole che cuoce la pelle. Un po’ piove anche dentro, ma abbiamo riserve di acqua e di cibo per tutta l’estate. Il mare per ora è buono. Lisbona sembra infuocata dietro la nostra poppa. Dovesse giungerti la notizia che è bruciata sappi che questa volta non siamo stati noi. Capitano, la tua ciurma chiede di te: gli ho lasciati al solito sbronzi ed abbandonati tra le tette delle donne del porto. Sai io non riesco a fermarmi molto a terra. Ho il mal di mare al contrario, senza il dondolio della barca non riesco ad andare dritto. Così sono ripartito.
Capitano, ho nascosto il resto del tesoro, quello che manca lo abbiamo speso in donne e rum. Ci conosci Capitano. Vado a far incetta di ori e di nuovi orizzonti. Se mi cerchi non usare la bussola, sappi che non la guardo. Piuttosto alza gli occhi al cielo. Cercami dove la luce è più forte e quando sentirai i tamburi suonare fino all’aurora, beh allora sarai vicino.
I miei omaggi Capitano, la mi si diverta frattanto. Vele all’orizzonte. La ciurma già prepara i cannoni e la sciabola d’abbordaggio smania di essere liberata dalla fodera. Quando questo piccione sarà a metà della distanza che ci separa saremo già tutti più ricchi.

Rimini, 6 giugno 2010

wal_b Capitano, ho puntato le vele verso occidente. La ciurma sonnecchia sottocoperta. Fuori un po’ piove, un po’ c’è quel sole che cuoce la pelle. Un po’ piove anche dentro, ma abbiamo riserve di acqua e di cibo per tutta l’estate. Il mare per ora è buono. Lisbona sembra infuocata dietro la nostra poppa. Dovesse giungerti la notizia che è bruciata sappi che questa volta non siamo stati noi. Capitano, i tuoi uomini chiedono di te: gli ho lasciati al solito sbronzi ed abbandonati tra le tette delle donne del porto.

Sai io non riesco a fermarmi molto a terra. Ho il mal di mare al contrario, senza il dondolio della barca non riesco ad andare dritto. Così sono ripartito.

Capitano, ho nascosto il resto del tesoro, quello che manca lo abbiamo speso in donne e rum. Ci conosci Capitano. Vado a far incetta di ori e di nuovi orizzonti. Se mi cerchi non usare la bussola, sappi che non la guardo. Piuttosto alza gli occhi al cielo. Cercami dove la luce è più forte e quando sentirai i tamburi suonare fino all’aurora, beh allora sarai vicino.

I miei omaggi Capitano, la mi si diverta frattanto. Vele all’orizzonte. La ciurma già prepara i cannoni e la sciabola d’abbordaggio smania di essere liberata dalla fodera. Quando questo piccione sarà a metà della distanza che ci separa saremo già tutti più ricchi.

Somewhere over the sea, 6 giugno 2010